
Il Bologna torna in finale di Coppa Italia 51 anni dopo: Dallinga e Fabbian liquidano 2-1 l’Empoli
È sembrata quasi una formalità, come fosse un lavoro di ufficio traslato sul campo da calcio, ma in realtà è stata l’ennesima pagina di storia scritta da questa squadra. È passato più di mezzo secolo dall’ultima finale di Coppa Italia, ma oggi, 51 anni dopo l’ultima volta, i rossoblù torneranno a contendersi la coppa nazionale. Dopo lo 0-3 dell’andata infatti il Bologna vince anche la semifinale di ritorno per 2-1 ed elimina l’Empoli.
Con questa vittoria, i rossoblù, compresi i tifosi più scaramantici, possono cerchiare di rosso la data del 14 maggio. In quel giorno allo stadio Olimpico infatti gli emiliani contenderanno al Milan di Conceiçao il titolo nella competizione. Le reti di Dallinga e Fabbian lanciano il guanto di sfida dei bolognesi. La gara in sé però non ha regalato tanto spettacolo, ma senza dubbio spazio a tanti protagonisti meno visti durante la stagione. La partita è stata pesantemente condizionata dalla gara di andata, con un Bologna sempre in gestione del ritmo e dei rivali.
In una gara dove gli emiliani partivano con 3 reti di margine, Italiano comunque rispetta l’avversario e schiera la coppia Lucumí e Beukema davanti a Ravaglia, con De Silvestri e Lykogiannis sulle fasce. Moro gioca al fianco di Freuler in mediana, mentre Orsolini, Fabbain e Cambiaghi sono i trequartisti alle spalle di Dallinga. Dall’altra parte invece D’Aversa si affida quasi esclusivamente alle sue riserve, con i soli De Sciglio, Cacace e Solbakken come papabili titolari schierati nella squadra che comincia il match.
Il Bologna parte forte e con il suo classico gioco fatto di pressione aggressiva e rapide verticalizzazioni, mette in grande difficoltà i toscani. Lo 0-0 di inizio gara dura appena 7 minuti, quando sugli sviluppi di corner, Moro raccoglie la prima respinta, si defila sulla destra per crossare in area, dove trova l’incornata vincente di Fabbian. I rossoblù e i loro tifosi toccano il cielo con un dito, con la rete del numero 80 che mette ben 4 marcature di margine nella semifinale.
Tutte le più belle storie però comprendono anche degli imprevisti. La squadra di Italiano infatti produce tante occasioni, ma sbatte contro i guantoni di Seghetti, fortunato specialmente su Dallinga, sugli sviluppi ancora di corner. I rossoblù non sono perfetti e al 33’ offrono il fianco a una ripartenza dell’Empoli, trasformata in gol dai toscani. Sambia con un bellissimo tocco sotto in profondità lancia Solbakken. Lucumí sbaglia la scivolata per fermare la ripartenza, lasciando così spazio al norvegese di calciare in porta. Ravaglia respinge bene, ma sulla ribattuta il primo ad arrivare è Kovalenko, che a porta vuota riequilibra il risultato.
Italiano ritorno così scontento negli spogliatoi dopo il pari nel primo tempo. Nella ripresa c’è subito spazio per Dominguez e Erilc, i quali rilevano Orsolini e Lucumí. L’ingresso dell’argentino in particolare dà fantasia all’attacco emiliano. La retroguardia dell’Empoli però regge, senza mai creare grandi problemi al Bologna nei rari tentativi di ripartenza. Continua così il valzer dei cambi, con gli ingressi di Pedrola, Pobega ed El Azzouzi, per Cambiaghi, Moro e Freuler completano il quadro delle sostituzioni emiliane.
Il pareggio va benissimo per l’approdo in finale, ma il rush finale della squadra di Italiano serve anche per dare giustizia a un pubblico già pronto per il palcoscenico più importante di tutti. Ci pensa Dallinga allora a lanciare la festa in attesa della finale. Sul cross di Lykogiannis l’olandese è bravissimo a resistere allo strattone del marcatore e di giustezza a piazzare il pallone di testa sul palo lontano. La rete dell’ex Tolosa manda in estasi il Dall’Ara e getta il guanto di sfida al Milan per il titolo in questa Coppa Italia.
La gara in sé non ha molto da raccontare. Il Bologna crea tanto, ma sbaglia altrettanto, mentre l’Empoli prova a crederci grazie a qualche ripartenza, ma la rete a inizio gara di Fabbian spegne subito ogni velleità di rimonta. Ritmi bassi, per un passaggio del turno che era ampiamente indirizzato nella gara d’andata. Unico episodio da segnalare, al di là delle reti, è l’intervento durissimo e molto pericoloso di Sambia ai danni di Lykogiannis. L’Empoli ha sporcato molto la gara con falli anche aggressivi, ma quello del francese, sanzionato con il giallo, andava rivisto con il Var e tramutato in rosso, cosa che invece non è stata fatta.
Per quanto riguarda invece i numeri del match il Bologna è soverchiante nei confronti dell’Empoli. Un dominio non supportato solo dal risultato equilibrato. I felsinei chiudono con il 69% di possesso palla: 475 passaggi completati, l’87% del totale; i toscani si fermano al 31% con solo 173 fraseggi conclusi, ovvero il 72% del totale. Conto dei tiri totali che vede gli emiliani avanti per 16 a 7, mentre diventa 5 a 4 quello dei tentativi nello specchio.
Ora il Bologna ha prenotato il suo appuntamento con la storia. Anche se la classifica di Serie A al momento dice il contrario, non bisogna mentirsi: il Milan è il favorito al titolo finale. I rossoneri sono più avvezzi a partite del genere, hanno un allenatore che può vantare diverse finali vinte in carriera e sulla carta una rosa forse più forte, con i giocatori presi singolarmente. Detto questo però gli emiliani non hanno nulla da invidiare ai milanesi. La vera forza in più del Bologna è il suo gruppo, il suo essere squadra e la sua forte identità calcistica.
Ora la valigia è piena, chiusa, ricca di sogni e speranze. Il biglietto recita Roma, l’appuntamento è con il destino. Sono passati 51 anni dall’ultima volta, allora l’ultimo capitolo fu lieto, questa volta è ancora tutto da scrivere. La bacheca è stata spolverata, è ora di aggiungere un po’ di argenteria alla collezione. Il 14 maggio è il giorno promesso e la febbre da finale è già cominciata a salire. Citando (più o meno) Cremonini: comunque vada, per quanta strada ancora c’è da fare… Amerai la finale.