Bologna frettoloso e impreciso non va oltre il pari contro il Parma in 10
Il sole batte sullo stadio Dall’Ara, dando tregua alle giornate uggiose che hanno caratterizzato la settimana, ma non torna a splendere il sereno in casa felsinea. Il Bologna non riesce più a vincere davanti al proprio pubblico e anche nel derby della via Emilia contro il Parma non va oltre il pareggio a reti bianche, sul risultato di 0-0 al termine di una partita brutta, dove hanno regnato confusione e imprecisione.
Italiano non riesce ancora a trovare costanza di rendimento nei suoi interpreti. Specialmente in attacco le soluzioni al momento sembrano tutte subordinate al talento di Santiago Castro, delizioso quando riesce a trovare l’angolo giusto, ma troppo isolato in termini meramente numerici in fase di realizzazione. Un problema per certi versi simile a quello che ha caratterizzato la prima fase dello scorso anno, chissà che l’epilogo non possa essere simile alla fine della stagione.
Nella partita contro il Parma, il tecnico siciliano riparte proprio dal classe 2004 argentino a guidare il reparto offensivo, supportato da Orsolini e Ndoye. In mediana Freuler è intoccabile, al suo fianco agiscono Aebischer e Moro. Dietro c’è Erlic a rimpiazzare Lucumí, Beukema è capitano al suo fianco, mentre a destra c’è il debutto da titolare di Holm, con Lykogiannis sul lato opposto a copertura di Ravaglia. L’obiettivo è schiacciare con un’elevata mole di gioco un avversario non irresistibile fin qui in fase difensiva, mentre a turno i due centrali si occupano di Bonny e i terzini accoppiati ai rispettivi esterni di riferimento (Man e Cancellieri i titolari) in fase di non possesso.
L’avvio del Bologna è incoraggiante in termini di palleggio. Il possesso sorride fin da subito ai rossoblù, bravi ad attaccare sulle corsie con la grande velocità di Ndoye e i palloni radenti per gli incursori in area di rigore. La squadra di Pecchia però è viva e combatte su ogni pallone: le ripartenze dei ducali sono sempre pericolose e il talento di Man e Bonny, mescolato alla velocità di Cancellieri sono un mix potenzialmente letale. Non è un caso che l’occasione più importante del primo tempo sia sui piedi proprio del centravanti francese classe 2003, il cui tiro da pochi passi viene respinto in angolo da un super Erlic.
Nella ripresa il Bologna prova ad alzare al baricentro e al 52’ l’ingenuità di Coulibaly regala ai felsinei l’occasione perfetta per ritrovare i tre punti in casa. Entrata decisa con il piede a martello del classe ’99 su Ndoye, che colpisce lo svizzero ad altezza della caviglia. Sul campo Di Bello ammonisce solamente, ma dopo la revisione chiamata del Var, cambia il colore del cartellino in rosso e comanda l’espulsione del terzino ducale. I ragazzi di Italiano giocano così la quasi totalità della ripresa in superiorità numerica.
Nonostante l’evidente vantaggio dell’uomo in più il Bologna è sempre confusionario e impreciso quando si tratta di costruire la manovra. Menzione negativa per Iling Jr. entrato per dare miglior spunto a destra e invece impalpabile per tutto il periodo in superiorità numerica. La fretta e i tanti, troppi, palloni sbagliati negli ultimi metri alla fine si rivelano fatali, per una squadra, quella bolognese, che non riesce a trovare il gol vittoria e termina un’altra partita in parità davanti ai propri tifosi.
Lo 0-0 del Dall’Ara, in termini puramente statistici sta un po’ stretto al Bologna. È chiaro: quando giochi quaranta minuti con un uomo in più tutti i numeri della partita alla fine finiscono con il darti ragione. La realtà però è che in alcuni numeri chiave i rossoblù non hanno fatto abbastanza per trovare la vittoria. Partendo dalla quantità (e qualità) del palleggio, la squadra di Italiano mantiene il possesso per il 71% del tempo totale, contro il 29% avversario. Più del triplo i passaggi completati dal Bologna con 493 (86% di precisione), rispetto ai 161 degli ospiti (69% tasso di conversione).
Anche a livello offensivo quantitativamente non c’è partita: i felsinei effettuano 19 tiri contro i 13 avversari. Primo di due dati chiave negativi però sono solo 3 i tiri nello specchio della porta da parte dei rossoblù, 2 quelli dei ducali. Non solo questo però, se si vanno poi ad analizzare gli expected goals, risulta che il Bologna ha costruito meno degli ospiti. Sono 0,84 xG il dato complessivo dei padroni di casa, contro gli 1,09 xG degli ospiti. La chiave è che al netto di tante azioni costruite, nessuna di queste scaturisce in una grande occasione da gol. Per dare un termine comparativo: i ducali riescono con Bonny ad avere una possibilità da 0,60 xG, laddove una grande chance vale (circa) 0,30 xG in dati statistici. I petroniani da parte loro non creano nessun tiro dal valore superiore a 0,09 xG, dando così una misura tangibili alle difficoltà offensive della squadra bolognese.
Difficile parlare di due punti persi, quando non sei mai stato avanti nel punteggio, ma sicuramente oggi si è bruciata una chance importante di ottenere tre punti. L’attacco è incostante e la difesa continua ad avere momenti di difficoltà nel corso della partita, potenzialmente fatali. Se si guarda però al lato positivo, Castro non ha segnato ma resta il grande riferimento offensivo della squadra. Si è rivisto Karlsson rendersi protagonista con un paio di buone giocate, mentre Erlic è stato eletto migliore in campo. Il Bologna è l’immagine del suo allenatore, nel bene e nel male: una squadra generosa e di grande mole di gioco, ma al contempo schizofrenica nella gestione del possesso. La pausa Nazionale potrà ridare maggiore lucidità, quella necessaria per fare la differenza tra un pareggio e una vittoria nelle prossime partite.