
Giro d'Italia, primo bilancio a metà corsa
Con la tappa di ieri, dodicesima sulle ventuno in programma, abbiamo superato la metà di questa edizione del Giro d’Italia che, finora, ha fatto parlare di sè solo per le cadute e i ritiri.
Il grande favorito Remco Evenpoel, maglia Rosa in 4 tappe, si è ritirato dopo 9 tappe, di cui 2 vinte, causa positivtà al Covid lasciando un grande vuoto in questa corsa rosa, al momento non ancora colmato, mentre gli altri big si sono spesso nascosti chissà se per strategia o per scarsa forma.
Tra i numerosi ritiri spicca quello di Tao Geoghegan Hart, corridore di spicco nel palcoscenico dei grandi giri, già vincitore del Giro d’Italia nel 2020 e secondo in classifica al momento del forfeit causa caduta durante una discesa alquanto umida.
In attesa di arrivi in altura che potranno dare un senso alla classifica, la maglia rosa è sulle spalle di Geraint Thomas, classe 1986, compagno di squadra di Geoghegan Hart di cui doveva essere gregario, ritrovatosi capitano e in cima alla classifica dopo i tanti ritiri. Nonostante l’età avanzata, il britannico si inserisce nel novero dei favoriti, grazie anche ai risultati ottenuti al Tour de France con una vittoria nel 2018 e due podi nelle ultime tre edizioni da lui disputate.
Ad appena due secondi dalla vetta, il favorito numero 1 resta Primoz Roglic che, nonostante qualche caduta, si è dimostrato in ottima condizione. Questo giro ad eliminazione ha favorito Joao Almeida, ora terzo in classifica a 22 secondi e Damiano Caruso, il primo degli italiani, quinto a un minuto e 28.
A proposito di italiani, da annotare un nome: Jonathan Milan, friulano nato nel 2000, al suo primo grande giro, vincitore in una volata tiratissima, con podi ottenuti in altre tappe per velocisti e in possesso della maglia ciclamino.
Oltre all’esplosione di Milan, resta impressa nella memoria la grande vittoria nella settima tappa di Davide Bais, attualmente miglior scalatore della corsa, trionfatore dopo una fuga infinita.
Queste le uniche due vittorie italiane fino ad ora in questa gara ad eliminazione dove non spaventano le Alpi che verranno, ma la pioggia, il freddo e il Covid contratto da una parte del gruppo.
Oltre alla doppietta già citata di Evenepoel e alle vittorie italiane, ci sono stati i trionfi di Matthews, Groves, Pedersen e Ackermann in volata, Paret-Peintre, Healy, Cort Nielsen e Denz con fughe da lontano.
Lo spettacolo, soprattutto per quanto riguarda i Big (quelli rimasti) di questo Giro numero 106, latita: le montagne stanno per arrivare e la strada deciderà finalmente chi è il più forte o chi saprà resistere a questa serie di sfortunati eventi che stanno falcidiando la mitica corsa rosa.