IL PRE-PARTITA DI BOLOGNA – JUVENTUS
4 maggio 2025, data che probabilmente scriverà le sorti del cammino europeo rossoblù; o almeno, spegnerà quel barlume di speranza nel risentire la musichetta della Champions, qualora dovesse arrivare la sconfitta. Una sconfitta che lascerebbe l’amaro in bocca, non tanto per aver smorzato il sogno di poter rigiocare la massima competizione europea, quanto nel vederla sfumare per mano della Juventus nello scontro direttissimo. Bisogna stare cauti quando si pensa alla Signora, oltrepassare la soglia è un attimo. Squadra che rappresenta il potere in Italia, ma che negli ultimi anni ha dovuto riconoscere la superiorità di altre formazioni. D’altronde “Signora” non è un epiteto qualsiasi per chi ha come mantra “vincere è l’unica cosa che conta”.
Sotto le Due Torri ne sanno qualcosa: più volte si è arrivati a centimetri dal trionfo, anche se la Dea bendata ha sempre voltato le spalle. Come l’epilogo dell’andata, i rossoblù hanno trovato il raddoppio al minuto cinquantadue con una giocata di pura fantasia di Santiago Castro a liberare Pobega, il quale ha beffato Perin con un tocco morbido. Poi ecco che gli astri si sono allineati tutti insieme: Koopmeiners ha trovato il suo primo sigillo in bianconero al minuto sessantasette, prima che Mbangula in pieno recupero sedasse gli animi dei bolognesi, incastrando la sfera all’incrocio, dopo un passaggio sbagliato di Miranda appena oltre la metacampo.
Le critiche persistenti nei confronti di Thiago Motta – esonerato il 23 marzo – mentre a Italiano allora è stata imputata la recidiva nella cattiva gestione dei finali di partita, costati carissimo in questa stagione. Atalanta, Juventus e Roma, tre pareggi che sarebbero potuti diventare vittorie. Ai felsinei i tre punti con la Juventus al Dall’Ara mancano da quasi 27 anni: 29 novembre 1998, per essere precisi. Paramatti (poi trasferito alla Juventus), Signori e Fontolan hanno spazzato via i bianconeri.
Gli anni sono trascorsi in maniera inesorabile ma niente, fino a quando… l’altra beffa. Sempre a maggio, della passata stagione, quasi per coincidenza Bologna e Juventus si sono trovate di fronte per una sfida valevole più per la gloria che per la posta in palio. I rossoblù di Thiago Motta, ancora ebbri per la matematica certezza Champions, sopra di tre reti hanno gettato nell’ultimo quarto quanto di clamoroso fatto prima. La prima volta di Calafiori (che ha realizzato addirittura una doppietta), così come quella di Santiago Castro, nonostante l’interferenza di Urbanski a confondere in un primo momento la Lega. Poi, ecco che è accaduto l’inaspettato: Motta ha tolto l’ossatura della squadra e in un battito di ciglio il Bologna si è trovato, non si sa come, recuperato nel punteggio. Ciò non ha rovinato la festa nell’immediato, quanto è successo dopo, invece, sì.
Thiago Motta, illeggibile in volto, ha deciso di non rinnovare con il club, per accettare la corte proprio della Signora. Un tuffo nel passato, una storia già vista, una ferita mai cucita, questa volta il solco era più profondo, nonostante ce lo si aspettasse. Ecco che, dunque, iniziata la stagione sotto la guida di Italiano, in molti si sono segnati le due date contro la Juventus: la prima terminata con un pari, la seconda sarà inconcludente. Inconcludente dal punto di vista della rivincita, siccome il progetto di crescita di Motta nella Juventus non è andato a buon fine e al suo posto è arrivato Tudor.
Il croato ha saputo rivitalizzare l’ambiente, dando una nuova linfa dal punto di vista del morale. Il matrimonio tra Motta e i giocatori ha fallito miseramente al punto che, fatta eccezione per Mbangula, nessuno ci ha tenuto a salutarlo pubblicamente. Il cambio di gestione, oltre all’entusiasmo, ha portato ciò che conta di più per una società così pretenziosa: i risultati. Dieci punti in quattro gare, frutto di tre successi (Genoa, Lecce e Monza), un pari (Roma) e una sconfitta contro il Parma, solita a esaltarsi con le grandi. Tante defezioni in casa bianconera: il recente ko di Kelly, la squalifica per due giornate di Yildiz, il sovraccarico muscolare al retto femorale per Vlahovic e l’infiammazione al tendine d’Achille per Koopmeiners, dati entrambi per assenti.
Tudor si affida ai fedelissimi: Mckennie, Locatelli, Nico Gonzalez e Thuram, sempre schierati dall’inizio. Non sono da meno i padroni di casa, i quali dovranno fare a meno di Castro e Ferguson quantomeno dall’inizio. Holm, Pedrola e Ndoye tra i non convocati, anche se su quest’ultimo i tempi di recupero sembrano essere meno infimi di quanto comunicato dalla società stessa.
Sul risentimento muscolare che lo avrebbe tenuto fuori per 2-3 settimane, lo svizzero sembra stia bruciando le tappe mirando addirittura la trasferta di Milano a pochi giorni dalla finale di Coppa Italia come data plausibile per il rientro. La sua mancanza si è fatta sentire nella trasferta della Bluenergy Stadium di Udine; tolto qualche colpo di Orsolini i rossoblù hanno prodotto poco e nulla, anche se a livello territoriale sono venuti fuori alla distanza, opprimendo i friulani.
È andata meglio alla Juventus in una gara del tutto più agevole contro un Monza poi aritmeticamente retrocesso. Elargivo il due a zero finale: da Monza a Monza, Nico Gonzalez ha trovato la sua seconda rete in campionato con i bianconeri, oltre duecento giorni dalla gara d’andata, Kolo Muani alla mezz’ora ha raddoppiato tornando al gol dopo il lungo digiuno. Nel recupero, però, ecco lo sliding door già valido per la gara odierna: la gomitata di Yildiz è costata il rosso diretto al turco. Lui che fu uno degli artefici della rimonta nel tre a tre dello scorso maggio.
La Juventus si è di nuovo preso il quarto posto (ultimo valevole per la Champions) con la consapevolezza di avere il destino tra le proprie mani e avendo l’ultimo grande scoglio proprio nel big match di questo trentacinquesimo turno. Inutile parlare di motivazioni per una gara così delicata, vengono da sé; per salvare la stagione la Juventus deve rispecchiare l’obiettivo iniziale: proprio il quarto posto. Conosciamo a menadito le insidie del Dall’Ara, vero e proprio fortino dei rossoblù, avendo fruttato ben 23 punti soltanto nel 2025 (nessuno ha fatto meglio). Chi ha fatto meglio, invece, se si considera la totalità dei punti conquistati nel nuovo anno solare è la Roma (40), altra squadra in salute e in lizza per la Coppa dalle grandi orecchie. A ruota seguono Lazio, Fiorentina e Milan, tutte inserite, nessuna esclusa, per un finale di stagione incandescente da cui si possono trarre verdetti importanti già a partire da oggi.
Masterclass alla masterclass: ad arbitrare una gara così non poteva che non toccare al Sig. Doveri di Volterra. Uno dei direttori più esperti della massima serie, avente ben ventinove precedenti con la Juventus e quasi altrettanti (27) con i felsinei. Tantissimi big match, basti pensare che in stagione abbia diretto i bianconeri contro Atalanta e Napoli (due pari), pari esterno contro il Grifone per i felsinei.
Foto: Bologna FC 1909