Olimpico, 14 maggio 2025
“Si muove la città” cantava il compianto Lucio Dalla in quella che è una delle sue canzoni più note: La sera dei miracoli.
L’anno che verrà è diventata ormai un inno dopo le vittorie del Bologna al Dall’Ara, motivo per cui accompagnerà il cuore dei tifosi allo stadio Olimpico per questo evento. I rossoblù si sono diretti nella capitale nel pomeriggio di lunedì, per poi essere accolti questa mattina al Quirinale. Non sono mancati gli elogi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Dopo i saluti istituzionali, hanno preso voce i due allenatori che si sono ritenuti orgogliosi di allenare le rispettive squadre. Italiano ha rimarcato il concetto di voler rendere orgogliosi i 30mila tifosi arrivati fin qui, per una finale che manca da 51 anni. Un discorso da brividi.
Infine, è intervenuto il Sig. Maurizio Mariani che dirigerà questa delicatissima sfida e ha parlato a nome di tutta la classe arbitrale, dopo che il Presidente li ha definiti “colleghi”.
Nemmeno a dirlo, chi è partito già alla volta di Roma e chi, invece, raggiungerà la capitale con ogni mezzo possibile. Nel capoluogo emiliano tutto sono in fibrillazione, il cuore batte all’impazzata e il rischio di rimanerne delusi è elevato. A prescindere sarà un trionfo, che si vinca o che si perda; logico che arrivati fino a qui sognare è più che mai consentito.
Se per il Diavolo giocare una partita simile è più all’ordine del giorno (anche se l’ebrezza di giocare una finale non fa sconti a nessuno), per il Bologna l’evento è del tutto nuovo. Occhio, però, a non tramutare la tensione in paura, e in questo può dare una grossa mano Vincenzo Italiano che, seppur non sia avvezzo ad alzare trofei, in fondo ci è sempre arrivato. E che non sia proprio il cambio panchina, dopo le tante critiche assunte a Firenze, dove quest’anno non si sono nemmeno posti il problema della finale…
Lo stesso Italiano, a tratti criticato per la gestione del vantaggio di venerdì sera maturato proprio contro il Milan, a San Siro. L’anticipo della trentaseiesima giornata è stato un antipasto della sfida di domani, nella quale la voglia di rivalsa e di conquistarsi il titolo è più impattante – a quanto pare – di un posto in Champions, svanito nel weekend. Con il responso degli altri quella cattiva gestione negli ultimi venti minuti grida vendetta, il Bologna si sarebbe trovato in solitario al quarto posto non dipendendo dalla finale di Coppa Italia e avendo il destino nelle proprie mani nell’ultimo rettilineo di campionato.
A differenza di un Milan al completo, tranne lo squalificato Leao e l’infortunato Fofana, dove Conceicao ha schierato in campo l’artiglieria pesante in un 3-4-2-1 che sta dando i suoi frutti, Italiano ha ordito parecchi cambi, tenendo a riposo il carico da 90.
Sono partiti tutti alla volta di Roma, per una rosa praticamente tutta recuperata, fatta eccezione per Pedrola ed Erlic – quest’ultimo ha concluso anzitempo la stagione dopo la lesione al soleo rimediata venerdì. Mentre sul fronte rossonero non sembrano esserci ballottaggi di formazione, in casa Bologna rimane un dubbio irrisolto, che verrà sciolto solamente all’annuncio delle formazioni. Ndoye, Holm e Odgaard rientrati in gruppo dopo l’esclusione di venerdì, da capire se Italiano vorrà schierarli “a secco” senza esser stati nemmeno testati a ritmo partita.
Partita dal doppio valore emozionale per Davide Calabria, sparito dai radar nelle ultime giornate in maniera improvvisata. Ci si chiede a chi verrà affidato l’out di destra e come stia a questo punto l’ex rossonero; davanti valzer Castro-Dallinga per una maglia dal 1’. E poi ci sono le certezze: a partire dalla porta, Lukas Skorupski, Lucumi e Beukema la coppia collaudata, così come imprescindibili Freuler e Ferguson in mediana e Orsolini sulla destra. In gara secca tutto passa in sordina e in molti casi sono gli episodi e farla da padrona.
Il Milan è una squadra che – come anticipato qualche giorno fa – vive di strappi, sapendosi accendere da un momento a un altro. Il Bologna dovrà fare in modo che questo non accada, non disunendosi mai e tenendo alti i giri del motore, con una pressione corale e facendo in modo che non salti il tappo. Il Milan è imprevedibile proprio perché vive di fiammate, riversandosi in avanti con tanti uomini, ma ripiegando con pochi.
L’impellenza della Coppa Italia ha fatto un brutto scherzetto ai rossoblù, colpevoli di essere con la testa già altrove quando a un certo punto venerdì sera era tutto apparecchiato. Il Bologna ora dovrà rifarsi con quello che a detta di molti è forse l’appuntamento più importante della loro vita: bambini, donne, anziani… chi più ne ha più ne metta.
Un’intera città ha fatto gli scongiuri con il destino, al fianco dei propri guerrieri richiede quello che potrebbe essere l’ultimo sforzo stagionale per poi giocare un finale di campionato senza magari dover rincorrere avendo l’urgenza di puntare a risentire la musichetta della Champions. Dinanzi, però, c’è un Milan le cui sorti dipendono quasi esclusivamente dalla partita di domani sera, salvo miracoli in concomitanza sugli atri campi nelle restanti due giornate di Serie A.
Il Milan manca all’appuntamento con la Coppa Italia da ben ventidue anni (2003), per tornare a una finale basta andare indietro negli anni di soli sette anni (2018). Parecchi se considerata la caratura di una squadra un po’ andata perduta negli ultimi anni, ma neovincitrice della Supercoppa Italiana disputata questo inverno in Arabia.
Il Bologna, invece, di finali ne ha disputate soltanto due, entrambe vinte. Erano gli anni 70 (1970 e 1974, per l’esattezza), Savoldi all’ultimo minuto pareggiò al vantaggio rosanero di Magistrelli, facendo sì che la sfida si decidesse ai rigori con il trionfo dei felsinei per quattro a tre.
Corri. Lotta. Sogna. Bologna, riscriviamo la storia!