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A me il Bologna è piaciuto: cazzuto, sempre in partita, pericoloso a tratti ma sempre intenso nella pressione e nel contendere le seconde palle; insomma, la capolista per passare al Dall’Ara ha dovuto stare in partita fino alla fine.
So che per molti questo non basta ma visto che io sono un tifosetto da dodicesimo posto (cit.), mi soddisfa più della vittoria di Crotone, sopraggiunta per manifesta inferiorità dell’avversario più che per meriti propri.
La dimostrazione di quanto la squadra di Conte temesse questa gara si è visto nelle contromisure che il mister dei nerazzurri ha attuato: nello specifico ha “sacrificato”
Lukaku su Danilo, Lautaro su Tomiyasu, Eriksen su Schouten, Brozovic su Dominguez, Barella su Soumauro e Hakimi su Dijks per inibire l’inizio azione, poi a palla persa dagli avversari ritmo abbassato e palleggio sicuro per cercare un pertugio valido.
Infilata trovata nell’unica occasione lasciata nella prima mezz’ora grazie ad una sortita estemporanea di Bastoni mal controllato da Skov Olsen.
Anche gli accoppiamenti difensivi di Conte sono stati calibrati sulla massima attenzione: a controllare Sansone era Skriniar, Ranocchia su Barrow, Young su Skov Olsen e non Bastoni come sarebbe stato da prassi: tutta la catena della loro fascia sinistra è stata adattata probabilmente perché percepita come la zona più pericolosa e la posizione di Bastoni senza una marcatura precisa dimostra che il forte difensore nerazzurro è stato impiegato per chiudere eventuali falle di sistema.
Gli scudetti si vincono anche così, non snobbando nessuno e portando a casa partite complicate con molta umiltà, cosa che non manca all’Inter.
Di contro il Bologna ha deciso di non snaturare in niente il proprio credo calcistico e aldilà di qualche dettaglio nelle sostituzioni ( cosa molto soggettiva ), Sinisa ha messo in campo la solita squadra che ha un gioco ben definito, rotazioni offensive interessanti anche se un po’ strozzate dalla mancanza di Palacio, capace di dare quella profondità che Barrow, partendo spalle alla porta poi fatica a trovare ( in questo Rodrigo è unico nel passare da perno su cui appoggiarsi a riferimento per le giocate nello spazio ) e con una buona alternanza sulle fasce: purtroppo l’infortunio di Tomiyasu ci ha tolto quella pericolosità sulla destra ( De Silvestri ha fatto una buona gara difensiva ma in attacco ha messo solo una bella palla dentro per Sansone ), mentre Dijks pur vincendo spesso il duello contro Hakimi ha dovuto pensare più a quello che ad attaccare.
E allora come spesso capita ci tocca digerire una ulteriore immeritata sconfitta che però lascia anche presagire che la strada percorsa è quella giusta: Sinisa ha dato alla squadra una precisa identità, bisogna individuare le giuste pedine dove poter intervenire non dimenticando quelli che sono calciatori ancora poco sfruttati in pieno ( Barrow, Dominguez e Svanberg possono è devono dare di più ) e quelli abbandonati: Orsolini messo in campo a 10 dal termine ( mi è sembrato un “filino” tardi ), visto che il danesino risvegliato per me ha fatto la solita mezza partita.
Una annotazione a parte merita Schouten da me spesso criticato: ieri mi ha convinto dal primo all’ultimo minuto; attento, preciso, semplice quando doveva più coraggioso quando si poteva.
Una partita importante davanti ad un centrocampo molto forte: bene così.
Tosco
Foto: Getty Images