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Mi sforzo, ci provo, ma non riesco realmente a percepire che intenzioni di gioco voglia dare Motta alla sua squadra: parto da qui perché dare responsabilità ad altri che non siano coloro che vanno in campo e colui che li allena non ci riesco; non riesco a criticare nemmeno il tanto osannato Sartori (già sulla graticola per alcuni) capace comunque di allestire una squadra che ha l’undicesimo valore di rosa, due o più giocatori per ruolo ed ha cominciato a conoscere l’ambiente soltanto da tre mesi: sarebbe un filino da ingrati.
Insisto invece, come facevo con Mihajlovic, a pretendere che una squadra mediamente allestita produca un calcio di maggior qualità: Sinisa aveva brutalmente deciso di smettere di giocare in favore di un assetto difensivo tale da garantire qualche risultato (pochi, visto che ha chiuso la sua esperienza con 4 vittorie nelle ultime 24 partite) Thiago, pur ribaltando l’assetto, gioca male ugualmente ed ha come aggravante, che non si capisce proprio cosa intenda fare.
La squadra non ha nelle intenzioni un maggior pallegio rispetto all’avversario, non ha nelle intenzioni una costruzione lineare da dietro per trovare geometrie in campo aperto, non ha nelle intenzione togliere spazio e campo all’avversario pressando alto, non ha nemmeno, di contro, come principi cardine il chiudersi e ripartire; è invece spesso spaccata in due, disordinata nel ripiegare, macchinosa nel costruire.
Si è visto per la prima volta, almeno in un paio di situazioni, un buon attacco alla profondità, ma sorge il dubbio che l’assetto difensivo della Samp abbia aiutato molto nelle circostanze: l’allineamento in occasione del vantaggio del Bologna di Colley e compagni è da mani nei capelli.
Insomma, dopo quasi un mese di lavoro, Thiago Motta non mi ha convinto in niente nonostante i propositi di un calcio più costruttivo: il Bologna gioca male come prima del suo arrivo, a dimostrazione come si diceva che non sono i moduli che fanno alzare o abbassare il livello prestazionale di una squadra ma le intenzioni e ad oggi, quelle di Thiago Motta, non si intravedono.
Nessuna bocciatura per carità è un allenatore che sfugge alle mie capacità percettive; non l’unico: per “battezzare” un mister ho bisogno di più indizi, di maggior tempo; non sono capace come fanno invece alcuni che riescono ad etichettare un allenatore o un calciatore praticamente da subito; invidio loro questa capacità!
Diventa così complicato decifrare tra i calciatori chi ha fatto bene o viceversa: direi che così, ad occhio nudo, Dominguez ed Aebischer sono sembrati i meno peggio davanti ad alcune prestazioni inquietanti come quella di Cambiaso e di Orsolini; sempre più impalpabile seppur volenteroso Schouten che ormai è palese, del come mal sopporti chiunque lo affianchi in mediana diventandone succube per il minor numero di palloni importanti da giocare.
Su Skorupski non ho più parole solo bestemmie: ennesimo gol a porta vuota!
Motta, con la formazione iniziale diversa per tre gare di fila vuole evidentemente testare tutta la rosa a disposizione: è l’unica motivazione logica che mi viene in suo soccorso per giustificare una parvenza, forse ai miei occhi, di sperimentale; la speranza, è che trovi a breve un convincimento su alcuni punti fermi tattici e di uomini, per fare poi una seconda parte di campionato diversa: 29 partite sono, praticamente, un campionato intero!
Saluto coloro che invece pensano che il campionato sia già finito, che andremo giù come dei piombi (cit.) e che non ci salva neanche Murri (ricit.): a costoro darei appuntamento alla prossima stagione se avranno ancora la bontà di leggermi, perché immagino che dalla prossima partita non seguiranno più questo campionato e questa rubrica.
Tosco
Foto: Getty Images