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Per riuscire a non fare un tiro in 94 minuti bisogna impegnarsi per benino: il Toro in porta poteva mettere una sedia che avrebbe respinto l’unico tiretto scoccato da Hickey verso il finale di partita ma, partendo dal presupposto che Mihajlovic ha deciso che in questa stagione la sua squadra deve quasi sempre controgiocare, il piano tattico della gara di ieri è stato preparato tutto sommato bene: tre attaccanti contro i tre centrali del Toro per evitare che anche questi, accorciando in avanti come da copione del calcio di Juric entrassero nella metà campo dei rossoblù creando superiorità (è successo solo una volta quando Bremer ha attaccato Sansone arrivando poi ad un tiro sbilenco), poi uomo contro uomo in mezzo al campo, sulle fasce e nella linea difensiva.
Nei primi venti minuti il Bologna ha anche provato a giocare un calcio palleggiato per stanare i granata, coinvolgendo giustamente il portiere che, ricordo nel caso qualcuno lo avesse dimenticato, essere l’unico libero da marcatura, contro squadre che marcano uno contro uno a tutto campo: se poi i piedi di Skorupski sono rivedibili tanto da aver bisogno del “badante” Medel, questo è un altro paio di maniche, ma l’unico modo per uscire dalla pressione è, o attivare il centravanti con lanci lunghi o passare col palleggio attraverso il portiere per trovare un uomo libero, così da iniziare un’azione con una certa logica: non ci sono altre possibilità e ieri il centravanti lo ha fatto Sansone nel caso qualcuno non se ne fosse accorto, non propriamente il tipo di attaccante da prendere a pallonate dalla difesa con lanci lunghi.
Semmai ci sarebbe da chiedersi perché il Bologna debba avere in porta un signore certamente sufficiente nel parare ma che nel calcio di oggi non ci può più stare: pena il dover regalare la palla agli avversari perché sempre obbligati a rinvii sbilenchi o ad essere in inferiorità numerica in costruzione per la necessità di avere Medel al suo fianco a gestire il palleggio e non in appoggio come tutte dico tutte le squadre di serie A.
Persino la Salernitana ha cambiato il portiere appena ha deciso che doveva provare a giocare a calcio dando la panchina a Nicola, mettendo in porta Sepe che non sarà più forte di Belec tra i pali ma coi piedi in confronto è Pirlo.
Non riuscire a capire che tra il partire bene con un azione manovrata e dover sempre e solo cercare il povero De Silvestri con dei colpi di testa a centrocampo cambia l’universo calcistico mi fa allargare le braccia.
Comunque fino alla metà del primo tempo, proprio perché si è tentato di giocare anche coinvolgendo Skorupski i rossoblu hanno avuto il 60% di possesso palla con un discreto 80% di precisione nel palleggio (che contro le squadre di Juric non è sempre norma): poi la precisione è calata un pochino stante la continua pressione avversaria, si sono perse un po’ di certezze (pallone orrendo di Skorupski per Schouten) ed allora, come spiegato dal mister serbo in conferenza stampa, si cambia modo di interpretare la gara e si va alla battaglia; ed in quella il Toro è maestro.
Infatti la ripresa ha visto i granata mangiare minuto dopo minuto possesso palla, obbligando ad abbassare le percentuali del palleggio dei rossoblu fino ad arrivare ad un finale di gara in cui Mihajlovic, ha dovuto inserire Falcinelli per poter giocare anche palloni lunghi.
Non colpevolizzo il mister per il poco gioco fatto ieri in quanto col Toro si vedono sempre partite orrende: Juric è l’emblema dell”anticalcio” e lo scrivo senza l’intenzione di svilire il lavoro del tecnico dei granata; semmai ci si potrebbe chiedere del perché delle tante partite penose a cui abbiamo dovuto assistere in nome di un un’ipotetico equilibrio tattico: tenere in panchina Soriano nel giorno in cui manca Arnautovic, va contro questa logica.
Chiudo, ricordando che la famosa rosa corta del Bologna ha finito la partita con tre quinti della difesa cambiati in corso di gara così come i due dell’attacco e solo in mezzo Schouten e Svanberg non hanno usufruito di un avvicendamento, evidentemente perché Aebisher e Viola non sono (ri)tenuti all’altezza: non male per una squadra accusata di non avere cambi quando ha dovuto colmare le assenze per i problemi fisici di Arnautovic, Bonifazi, Vignato, Dominguez e Santander non convocati e dei calciatori che via via si sono dovuti arrendere nel corso della gara.
Avremo una rosa di scarponi (cit.) ma di giocatori ce ne sono anche troppi: i futuri dirigenti, non romani, dovranno sfoltire paradossalmente.
Mihajlovic in conferenza stampa ha dichiarato che voleva fare altro ma non aveva i giocatori: un bel coraggio.
Dopo l’arrivo di Barrow due campionati fa e di Arnautovic questa estate chi voleva in attacco, Vlahovic?
Credo che ragionando così in effetti dovrebbe andare ad allenare una big: forse avrebbe più scelte; qui si deve accontentare oltre dei sopraccitati Arnautovic e Barrow di Orsolini, Sansone, Vignato, Santander e Falcinelli: sette calciatori per due massimo tre ruoli a me sembrano più che sufficienti per fare almeno due tiri a partita.
Tosco.
Foto: Getty Image