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Prestazione decorosa del Bologna che, pur con tante assenze è riuscito a mettere in campo un undici senza stravolgimenti tattici alla faccia della rosa corta: non sono molte le squadre che senza sette giocatori non debbano adattare qualche calciatore in ruoli non congeniali, invece i rossoblu, hanno potuto assorbire le tante assenze con i primi undici nei loro ruoli naturali, compreso la mediana che era precisamente quella del girone di andata e degli ormai famigerati 27 punti: De Silvestri Soriano Dominguez Svanberg e Hickey, da destra a sinistra, insieme a uno tra Barrow e Orsolini ed a Theate, ieri costituivano sette decimi dei giocatori di corsa del girone di andata quindi, ricordare ogni tanto che questa rosa non è poi così costruita male, serve per ridare dignità a chi è stato ingiuriato solo perché così va il mondo poi, porte aperte a Sartori per carità!
La partita ha preso subito la piega giusta per il Bologna che però non è riuscito ad insistere perché non ha nelle corde la capacità di cambiare passo: la squadra pratica una manovra monocorde, e deve necessariamente risalire il campo con tutti gli effettivi per essere pericolosa ma, il quasi istantaneo vantaggio ha probabilmente indotto i rossoblu ad una eccessiva prudenza così da rinvigorire una Udinese capace di star dentro alle partite sempre e comunque; i tanto criticati friulani, che qui da noi vengono (giustamente) percepiti come la classica squadra di scarponi, nel girone di ritorno hanno già fatto 20 punti e possono concludere lo stesso girone arrivando e superando i 27 che fece il Bologna all’andata; ipnosi della classifica: se fanno schifo loro abbiamo fatto schifo anche noi, cosa della quale sono certo fin da allora, appunto dalla ipnotica classifica di dicembre: per chi ha nella classifica l’unico parametro del valore di una stagione, è dura da digerire che il Bologna è come una Udinese qualsiasi, anche perché il nostro gioco, per chi guarda entrambe le squadre tutte le volte che giocano ahimé non si discosta tanto da loro: si, palleggiamo un pochino meglio, ma siamo lì come proposta calcisitica; bassi, tendenti alla difensiva per poi attaccare quando si può, non quando si vuole.
Tornando alla gara, naturalmente non si può non sottolineare come i moduli non contano niente, conta l’interpretazione (cit. a reti unificate) ma, nel momento in cui Sansone prende il posto di Binks, cioè un attaccante in più per un difensore, lo stesso numero 10 del Bologna si materializza solo soletto in area per raccogliere il cross di un Orsolini tornato all’antico mestiere dell’ala destra e troviamo il pareggio sul secondo tiro in porta: direi che non si possono nemmeno lamentare coloro che dicono che questa squadra non sfrutta le occasioni che crea, il famoso cinismo.
Insomma, la partita di ieri è stata una pacca sui denti ai tanti che hanno blaterato di rosa corta e di squadra che non segna se manca Arnautovic: purtroppo non ha smentito chi invece vorrebbe vedere un calcio migliore, ma ormai questa è una pia speranza e come tale resterà, senza nemmeno il conforto di una classifica da “parte sinistra”; insomma un campionato cacciato via in tutto per tutto, condito da una decrescita calcistica imperdonabile.
Ultima annotazione su Barrow, ormai diventato un evergreen delle critiche: vorrei ricordare che il calciatore gambiano è arrivato all’Atalanta sotto la gestione Sartori ed essendo anch’io tra coloro che sperano nell’arrivo del dirigente oggi a Bergamo, delle due l’una: o anche Sartori e fallibile, o Barrow è un fenomeno ma noi qui non riusciamo a sfruttarlo come si deve; se arriverà Sartori almeno questo equivoco si chiarirà.
Tosco
Foto: Getty Images