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L’idea Barrow seconda punta in coppia con Arnautovic faceva ben sperare, ma la distribuzione degli altri alle loro spalle lasciava più di una perplessità, non tanto per la configurazione della linea mediana, ma per la scelta degli interpreti: Vignato e Skov Olsen non sono calciatori pronti per la battaglia mentre Hickey, che gli attributi solitamente se li porta dietro, non è all’altezza della serie A, almeno per ora.
Ecco che regalare tre calciatori ti mette nelle condizioni di rincorrere tutta la partita agli errori di una linea difensiva certamente non eccelsa ma per nulla aiutata dalle scelte dell’allenatore: arrivano troppi palloni dentro o nei paraggi dell’area di rigore e non è facile poi liberare sempre al meglio.
Cosa abbia spinto Mihajlovic a rinunciare ancora a Dijks, Svanberg e Soumaoro non lo sapremo mai e allora o ci si fida, o si diventa matti nel cercare risposte che forse nemmeno lui ha.
Mister in confusione? Sembrerebbe.
Da sostituire? Non scherziamo!
Deve solo (ri)trovare quella meravigliosa idea che aveva avuto quando è arrivato a Bologna per salvare quella che sembrava un’armata Brancaleone e che invece, con lui, ha avuto un rendimento da Europa, un calcio moderno, fatto di attributi e corsa.
Non c’è più quel Mihajlovic lì?
È impazzito? È diventato moscio?
Si è perso?
Il vero lavoro di Sabatini dovrà essere quello di riportarlo sulla via del primo Bologna: testa alta e petto in fuori, giocare all’attacco come non ci fosse un domani e fanculo chi non tifa Bfc.
Tosco