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La gara del Franchi è certamente girata attorno al doppio episodio palo-espulsione ma sarebbe riduttivo fermarsi a ciò per analizzare nel complesso almeno il primo tempo: i rossoblu dopo un inizio anche aggressivo, come spesso capita vanno spegnendosi in intensità, perdono quel minimo di idea di gioco che hanno alle prime difficoltà di palleggio e si consegnano alle volontà degli avversari; che sia il super aggressivo Torino o l’arrembante Fiorentina, la motivata Salernitana o il determinato Cagliari, lo spietato Verona o il troppo tecnico Napoli, alla fine tutte o quasi “fanno” loro la partita e noi la “subiamo”: questione di intenzioni; il nostro allenatore quest’anno ha deciso così, nonostante una rosa non certo inferiore a quelle avute a disposizione nelle passate stagioni ha deciso che debbano essere gli avversari a giocare e noi controgiocare.
La squadra nel girone di ritorno ha messo insieme sei punti in nove gare e credo che anche il più critico dei tifosi, il piu acerrimo contestatore di Saputo, il più spietato detrattore di Bigon non possa convenire che il materiale che ha per le mani Mihajlovic dovrebbe essere trattato con un pochino più di cura, un filino più di amore per il gioco del calcio, perché il Bologna di questa stagione non si riesce a guardare per chi ha a cuore questo sport e banalmente in termini anche solo di punti vale certamente di più dei zero e virgola a partita che è la media che sta tenendo Mihajlovic: nel girone di ritorno solo l’Empoli ha fatto peggio (vedremo il Venezia stasera); non credo che il Bologna sia peggiore di diciotto (18) squadre in serie A!
Se qualcuno afferma il contrario non vada oltre nella lettura: non ne vale la pena.
Nella ripresa con l’uomo in meno i rossoblu si sono consegnati anima e corpo al palleggio avversario sperando che arrivasse presto il novantesimo ma lo “scempio” calcistico ha origini lontane: da quella malsana idea del cercare di non subire reti perché “tanto davanti col potenziale che abbiamo un gol lo facciamo”, frase partorita dalla mente del nostro allenatore non in un momento di follia, ma messa realmente in pratica già dal ritiro di Pinzolo, con i tentativi di difesa a zona e dell’arretrare tutti sotto la linea della palla a protezione dei sedici metri, per arrivare al cambio epocale di modulo con la difesa a cinque, mai attuato in quattordici anni di carriera, e oggi si capisce anche il perché…
Tutto questo, unitamente alla maledetta e insana cultura nazional-popolare di pensare che le squadre siano fatte da figurine da calciomercato e non da calciatori che devono avere una certa chimica, una loro organicità, ha portato allo squallore della proposta calcistica di questa annata: è bastato acquistare la punta nucleare per perdere trame, gol, giocatori e consapevolezza e non certo per colpa di Arnautovic, calciatore che meriterebbe di avere al suo fianco almeno qualche compagno col quale scambiare due chiacchiere durante la partita.
Erano le stesse critiche che facevo a Donadoni quando lasciava lassù da solo il povero Destro: mai avrei creduto di rivivere una tale situazione tattica con Mihajlovic!
Trame non se ne vedono, di gol ne facciamo pochi, diversi calciatori non sembrano più loro e per quel che concerne la consapevolezza, sembra che il primo ad averla perduta sia proprio l’allenatore, figurarsi i calciatori.
Di contro esiste sicuramente una fase difensiva applicata, mediamente organizzata, da prassi come si dice in questi casi che raramente ti fa sbracare ma che non ti permette neanche di giocare di rimessa: le squadre di oggi con le marcature preventive non ti concedono tanti contropiedi, solo ripartenze lunghe e per fare queste devi essere tatticamente disposto con più giocatori sulla linea di pressione, in totale antitesi a quanto fanno i rossoblu: non a caso l’occasione di ieri di Orsolini è una imbucata dalla difesa alquanto casuale, mentre la prima probabilmente è arrivata per svarione difensivo dei viola; poi il nulla.
Ricordo, in una intervista dello scorso anno, Mihajlovic augurarsi l’acquisto della tanto agognata punta, ma dichiarare anche: “forse, con una punta vera potremo anche giocare peggio!”.
Taac!
Tosco
Foto: LaPresse