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Il Bologna approccia la partita con buon piglio sorprendendo un Milan che, in attesa di colpire con quel guizzo tanto atteso da Pioli, pigramente guardava giocare gli avversari i quali, nel frattempo, prendevano coraggio: rimarcare a fine partita i 33 tiri sa un po’ di chi non sa come spiegare l’involuzione di una squadra che si è trovata in testa alla classifica quasi per caso.
Senza togliere niente al buon campionato dei rossoneri, il modo di attaccare ieri sera è apparso come in altre partite, stucchevole: mai una rotazione offensiva così da disordinate l’assetto avversario, solo puntate individuali alla ricerca di un colpo di fortuna, un guizzo, come dichiarato dal “simpatico” Pioli: un po’ poco per una capolista!
Il Bologna di quest’anno, dentro ad un canovaccio simile, ci si ritrova bene perché, difendendosi di reparto, solitamente riesce ad assorbire bene gli attacchi cadenzati: viene maggiormente infastidito dalle squadre che hanno scatto e gamba o che cambiano gioco rapidamente.
Di contro, la novità vera in casa Bologna si è trovata dentro ad una prima frazione di gara in cui i rossoblu riuscivano a ripartire imbastendo, con qualità e costanza, ottime trame di gioco, arrivando con una certa facilità in attacco: l’incapacità poi di segnare ormai in questa stagione è diventata evidente, ma questo è un discorso già affrontato tante volte, ormai inutile da rimarcare.
La prestazione di tutti i singoli è stata su buoni livelli: solo i subentrati Orsolini e Soriano hanno faticato più dei compagni, ma a loro discolpa va sottolineato come, a quel punto, la gara avesse preso ormai una piega difensiva: il Milan attaccava a pieno organico e non era facile uscire in palleggio, né per loro, né tantomeno per i compagni.
Ultima menzione sulla prestazione di Arnautovic: potrà infastidire questa sua propensione alla leziosità ma non si può certamente discutere l’applicazione profusa dall’austriaco per tutta la gara; alcune giocate apparentemente complicate o leziose, in realtà sono “obbligate” se si vuole aumentare la pericolosità: scaricare sempre e solo la palla al compagno, “giocare facile” come si dice in gergo, è sempre la soluzione migliore in tante zone di campo ma non per forza in zona rifinitura: lì servono anche giocate estemporanee, utili a scardinare gli equilibri difensivi avversari e qualcuno che provi a fare la “giocata” è indispensabile.
Tosco
Foto: LaPresse