E tutto tornò alla normalità...
A qualcuno le lacrime stavano già scendendo prima della palla a due, qualcun altro, invece, il brivido lo ha avvertito a fine partita, ma tutti i presenti alla Segafredo Area nella serata di ieri hanno potuto salutare a dovere un grande uomo ed una bandiera virtussina come Kyle Weems e questo è stato l’aspetto più importante.
In occasione dell’ultima gara casalinga del numero 34 statunitense da giocatore bianconero, le vu nere battono nettamente Milano, portano la serie sul 3-3 e conquistano la possibilità di giocarsi lo scudetto a Gara 7, con la “Finalissima”; il popolo felsineo è felice, nonostante il saluto commosso di un Weems solo spettatore in questi playoff ed applaude i propri giocatori, in seguito ad un annata sportiva, a prescindere da come andrà l’ultimo atto del confronto con l’Olimpia, positiva.
La Segafredo torna ad offrire una buona pallacanestro, insiste sui propri concetti di gioco e riporta tutto alla normalità: gli sprazzi di basket collettivo mostrati dall’Emporio Armani in Gara 5 non allietano il pubblico bolognese e la squadra di coach Ettore Messina, seppur più capace di colpire dal pitturato, torna ad affidarsi prevalentemente al talento delle proprie individualità. La Virtus preme in area, mette pressione agli avversari, sia in attacco che in difesa, con Shengelia, giocatore più tecnico del reparto lunghi, Mickey, positivo soprattutto ad inizio gara, e Jaiteh, in grado di mettere in difficoltà i colleghi biancorossi con i suoi movimenti spalle a canestro ed il suo semigancio. Nella propria metà campo, Bologna non permette ai meneghini di ragionare, grazie, in particolare, alla difesa di Hackett e Pajola (non nella miglior versione di sé stesso) su Napier, a quella di Cordinier su Shields e ad altri accoppiamenti, che vedono quasi sempre favorite le vu nere. Milano prova a rispondere colpo su colpo e ci riesce, almeno fino al terzo quarto di gioco, parziale in seguito al quale gli ospiti crollano fisicamente e mentalmente sotto i colpi dei bianconeri, non riescono più a ricucire lo svantaggio accumulato e lasciano costruire agli avversari un grande gap, che, alla fine, si rivelerà essere di diciannove punti.
Il duello individuale chiave è quello tra Isaia Cordinier e Shavon Shields, due giocatori di grande spessore ed utilità: il francese riesce ad avere la meglio, grazie ad una difesa aggressiva, convinta e molto fisica, costantemente al limite del fallo, ma senza mai eccedere vistosamente nel contatto irregolare. Il numero 00 della Segafredo lascia lo statunitense a sette punti segnati e punisce gli avversari con le sue incursioni in area, al termine delle quali, spesso, arriva al ferro e guadagna punti per la sua squadra; ad affiancarlo, come migliori profili sul parquet di gioco, Hackett, Belinelli ed Ojeleye, per il quale, finalmente, le vu nere riescono a costruire qualche azione.
Bologna affronterà, quindi, Milano in Gara 7 nella serata di venerdì al Mediolanum Forum di Assago alle 20:30 ed avrà la possibilità di vincere il diciassettesimo scudetto della propria storia, nonostante le probabilità di successo siano, per la maggior parte, in favore dei meneghini. Sarà gioco contro talento, manovra contro individualismo, esperienza contro minor esperienza e concretezza contro minor concretezza. Dove non arriva l’una, arriva l’altra e questo è ciò che abbiamo sempre inteso, pronunciando quattro meravigliose e fondamentali parole: “spot per la pallacanestro”.
Foto: Kyle Weems, social Virtus Segafredo Bologna.