Facciamo un recap della serie A dopo 7 giornate e con tutte le squadre che hanno lo stesso numero di partite nonostante il problema covid.
A dire il vero una gara non si è giocata, quel famoso Juve Napoli che è andata a sentenza ( ancora non definitiva stante il ricorso dei partenopei ) proprio in questi giorni con la assegnazione della vittoria a tavolino dei bianconeri, così come lo 0 a 3 inflitto alla Roma contro il Verona per un vizio di forma nella compilazione della lista gara.
Nel caso della prima sentenza la decisione appare ineccepibile visto che poi le altre squadre successivamente colpite dai contagi hanno rispettato la stessa ordinanza, di fatto quindi attuabile, nel caso dei giallorossi manca invece il dolo: l’errore nella complicazione della lista è avvenuto nei confronti di un calciatore, Diawara, che poteva giocare nonostante la svista, quindi di fatto non traendo nessun vantaggio reale.
Bastava, a mio modesto avviso, una sanzione amministrativa con relativa diffida e la cosa si chiudeva con buona pace di tutti tanto che il campo aveva partorito un salomonico pareggio.
Stante queste due gare anomale che inficiano un po’ le macro statistiche, il campionato non vede una squadra dominante ma tante outsider iniziali che si stanno ritagliando il loro periodo di gloria: Milan e Sassuolo hanno continuato nel solco post sosta dello scorso campionato, per risultati e qualità del gioco.
Reggeranno alla lunga?
Credo che i rossoneri di Pioli cominceranno a perdere qualche colpo negli scontri diretti e saranno scavalcati da Napoli e Inter che hanno organici più profondi e quindi con più armi fisico-tattiche a disposizione, mentre la Juve mi sembra ad oggi attardata, ma potrà giovarsi eventualmente di una classifica corta, per poter restare nelle prime posizioni e tentare l’allungo una volta che il progetto Pirlo avrà preso piede perché l’organico è sempre di primissima qualità e con la certezza di avere il giocatore più determinante del campionato.
I neroverdi sono la vera rivelazione per i punti conquistati non certo per la qualità del gioco: quella era già apparsa da tempo e De Zerbi sembra non voler accontentarsi pur dovendo farlo; non ha un organico all’altezza della attuale classifica, ha tratto il massimo anche da situazione fortunose seppur meritate.
Arriveranno tempi in cui la cifra del gioco non sarà sufficiente ma la possibilità di tentare l’attacco alla sesta posizione non credo sia scartabile, stante un tale impianto di gioco.
Alle spalle delle prime si sta facendo largo la Roma, squadra in totale anarchia dirigenziale stante la mancanza di un DS, che ha dirottato tutto il peso della responsabilità a Fonseca, mister portoghese assolutamente intrigante per cultura calcistica e non solo: l’organico, se al completo, è ben assortito e non manca un certo impianto di gioco; l’infortunio di Zaniolo ha scombussolato un po’ i piani del mister lusitano ma la sua duttilità lo ha già portato a mettere al centro del gioco Mikhtarian e dovesse reggere la vena realizzativo di Dzeko, possono aspirare alla quarta posizione.
Posizione che invece vedo allontanarsi per i cugini laziali: rosa sempre un po’ ridotta, problemi ambientali irrisolti perché nascosti sotto al tappeto ( rinnovo di Inzaghi, di Tare, un presidente onnipresente e destabilizzante) e un inevitabile ridimensionamento di una rosa che ha reso molto al di sopra del suo reale valore negli ultimi due campionati.
L’Atalanta vive un momento di relativa difficoltà, non tanto perché la classifica pianga punti, quanto perché alcune sconfitte sono arrivate in modo perentorio e la rosa sta mutando nelle gerarchie: l’asse offensivo Gomez-Zapata-Ilicic non è più intoccabile, Muriel e i giovani arrivati scalpitano per trovare posto e questa situazione toglie un po’ di certezze allo sfogo offensivo nerazzurro, così come le fasce non hanno più quella esplosività in Gosens e Hatebour e i cambi, ad oggi, non sono di quel livello.
In tutto questo Gasperini ha “minacciato” cambiamenti tattici vedendo problematiche in arrivo e quindi sono curioso di vedere se ci saranno tali mutazioni e cosa farà il mister, ormai icona, degli orobici.
La squadra più profonda per rotazioni mi sembra il Napoli anche se Gattuso la tiene al riparo dicendo un giorno si e l’altro pure che non vuole sentire parlare di scudetto: tatticismo esagerato, perché con una rosa del genere devi assolutamente lottare per il titolo, discorso che vale anche per l’Inter, con dichiarate ambizioni di scudetto di mister Conte, attardata in classifica non tanto per casualità ma per un impianto di gioco che stenta a decollare, ma che decollerà.
Il Verona di Juric, nonostante le tante assenze per infortunio non ha perso le linee di gioco che così bene hanno fruttato ai gialloblu per fare un campionato di tutto rispetto la scorsa stagione, con una consapevolezza cresciuta di giornata in giornata: se reggono a questi stimoli anche quest’anno possono fare un campionato al di sopra del reale valore della rosa, a mio avviso sopravvalutata, come spesso capita quando l’allenatore di turno trae da essa il massimo, anche con un po’ di fortuna che non guasta mai.
Tosco
(Segue seconda parte)