Il Bologna ingrana la sesta e continua a volare, anche l’Atalanta si inchina ai rossoblu
“Ci vuole un fisico bestiale per stare nel mondo dei grandi” cantava Luca Carboni negli anni ’90, e qualcosa di unico e speciale il Bologna di Thiago Motta sembra averlo. I rossoblu infatti continuano a volare e al termine di una sfida pirotecnica, escono dal Gewiss Stadium con tre punti. La squadra emiliana ha infatti ribaltato il vantaggio iniziale dei bergamaschi, firmato da Lookman, con uno splendido secondo tempo, dove Zirkzee e Ferguson trascinano i compagni all’1-2 finale.
Una sfida bellissima tra due squadre forti e in forma. Lo spettacolo in campo è stato degno della posta in palio, con intensità da match europeo, giocate di qualità ed emozioni da incollare i tifosi allo stadio alle sedie e allo schermo quelli a casa. Il successo fa volare gli emiliani in classifica, il quarto posto e la zona Champions appaiono ora consolidati, mentre la prima inseguitrice, la Roma, ora è lontana ben 4 punti, spinta invece a +5 proprio l’Atalanta, caduta sotto i colpi dei ragazzi di Thiago Motta.
Il sogno continentale prende sempre più forma, ed è bello sottolineare come per costruire questo successo, i rossoblu abbiano dovuto dare fondo a tutte le proprie qualità. La pressione forsennata dei padroni di casa è riuscita molto spesso a soffocare la manovra emiliana e nel primo tempo, la corsia di destra è stata a lungo tenuta sotto scacco dalle accelerazioni di un Lookman incontenibile. Questo sbilancia spesso il Bologna in copertura, costringendolo a collassare su quell’esterno e proprio da questa situazione coglie il vantaggio la Dea. Un cambio di gioco perfetto isola Zappacosta sulla fascia opposta: sul suo destro l’opposizione di Skorupski è buona, ma sulla ribattuta, deviata da Beukema, arriva proprio l’attaccante nigeriano dell’Atalanta a firmare il vantaggio.
La reazione d’orgoglio del Bologna arriva fin da subito, ma gli episodi non sorridono a Zirkzee e compagni. Calafiori sbatte contro una parata super di Carnesecchi, mentre Orsolini non punge. Serve qualcosa di diverso e Thiago Motta lo coglie, cambiando tutta la fascia destra all’intervallo.
Gli ingressi di Lucumí e Saelemaekers in avvio di ripresa fanno la differenza nel match del Gewiss Stadium. Il colombiano dà rinnovata sicurezza a un reparto arretrato che aveva avuto qualche sussulto nel corso della prima frazione. Il belga invece è un vero diavolo per la difesa nerazzurra. I ragazzi di Gasperini lo possono fermare solo fallosamente e proprio un fallo subito dal fiammingo ridà la parità al Bologna. Sul tentativo di giocata al limite di Zirkzee, l’ex Milan è il primo a gettarsi sul pallone vagante, anticipando Koopmeiners, il quale colpisce solo la gamba del bolognese, La Penna è ben posizionato e comanda il penalty. Sul dischetto va il numero 9: spiazzato il portiere e pareggio centrato.
Quattro minuti, è questa la distanza tra la rete del pari e quella del sorpasso emiliano. Alla freddezza di Zirkzee, segue il furore agonistico, il gol di pura voglia di Ferguson. Lo scozzese infatti si coordina sulla respinta di un tiro di Ndoye e con un destro al volo in diagonale, supera a propria volta Carnesecchi, completando il sorpasso. Un uno-due di pugilistica precisione del Bologna, che mette alle corde la Dea, non permettendole più di recuperare. Perché per quanto forsennato e pericoloso il forcing finale dei padroni di casa, Skoruspki non viene mai chiamato in causa, permettendo così ai felsinei di festeggiare il successo in Lombardia.
Una partita del genere, dal tasso emozionale così alto, spesso viene messa in imbarazzo dai numeri, quasi come se questi togliessero pathos a quanto visto, ma è bene sottolinearli anche in queste serate, per dare la dimensione di quanto sforzo sia stato profuso in campo per arrivare così in alto. Il Bologna infatti clamorosamente non vince la sfida del possesso, con gli atalantini ad avere il pallone tra i piedi per il 55% del tempo. Un dato che si riflette anche sul numero di passaggi effettuati: le due squadre hanno infatti la stessa precisione (83%), ma i nerazzurri combinano per 448 fraseggi riusciti, contro i 390 dei rossoblu.
Anche in attacco il Bologna, a livello quantitativo, non fa meglio dei padroni di casa. Il numero di tiri effettuati è infatti identico tra le due squadre, con 11 conclusioni a testa, dove gli emiliani però dimostrano maggiore precisione, trovando lo specchio di Carnesecchi per 6 volte, contro le sole 2 dei bergamaschi. E proprio i dettagli, in questo caso la precisione, fanno la differenza tra vittoria e sconfitta. Oltre a un maggior numero di tiri in porta, i rossoblu hanno anche un maggior dato relativo agli expected goals: 1,58 xG, contro gli 1,21 xG dell’Atalanta.
Altri dati statistici della sfida vedono un match tutto sommato corretto, con appena 23 falli totali commessi (11-12), con 5 ammoniti totali: Koopmeiners, Holm ed Ederson per la Dea, Posch e Odgaard per i petroniani. Una sfida molto fisica, dove il Bologna ha però dimostrato di reggere il confronto sul piano atletico, correndo per 5 km in più rispetto ai padroni di casa (111-116). La squadra felsinea perde più palloni (7-9), ma vince più contrasti (10-11), mentre è in equilibrio perfetto il numero di palloni recuperati con 53 a testa.
Il Bologna piazza così il sesto sigillo consecutivo in Serie A, come non succedeva dall’aprile-maggio 1967, con Luis Carniglia in panchina. Quella di Motta è una squadra da sogno, che con un’altra vittoria eguaglierà il record di punti in campionato stabilito lo scorso anno (era dei 3 punti a vittoria), e davanti a sé vede tante altre storiche pietre miliari da superare. I tre punti regalano non solo un’altra settimana in solitaria al quarto posto, ma mettono anche 4 punti di margine sulla prima inseguitrice, un cuscinetto fondamentale, quando si entra nella settimana della sfida contro la schiacciasassi del campionato: l’Inter di Simone Inzaghi.