Al Dall’Ara Il Milan passa per 2-4, dopo più di un’ora di gioco in superiorità numerica, prima in undici contro dieci e poi in undici contro nove. La gara sembrava già conclusa dopo i primi 45’ con le reti di Leao e Calabria, ma nella ripresa l’autogol di Ibra e la rete di Barrow avevano riportato in parità la sfida. Nel finale però Bennacer e Ibrahimovic, questa volta nella porta giusta, hanno spento definitivamente le speranze dei padroni di casa e hanno condotto alla vittoria i rossoneri.
Sinisa Mihajlovic conferma dieci undicesimi della formazione scesa in campo a Udine domenica scorsa, con il rientro dal primo minuto di Medel al posto di Binks in mezzo alla linea difensiva assieme a Soumaoro e Theate. In mezzo al campo confermato Dominguez, nonostante la condizione fisica non ottimale, assieme a Svanberg, con De Silvestri e Hickey sulle fasce. Davanti confermati Soriano e Barrow dietro ad Arnautovic. Stefano Pioli invece ritrova Zlatan Ibrahimovic nell’undici iniziale, ma deve fare a meno di Theo Hernandez e Brahim Diaz positivi al covid e Maignan, Kessie e Rebic fuori per infortunio.
La partita comincia subito su ritmi molto alti: entrambe le squadre sono aggressive e il Bologna risponde presente alle avanzate del Milan. La prima conclusione in porta del match è proprio dei rossoblù, con Hickey che, dai 25 metri con il destro, calcia debolmente e non impensierisce Tatarusanu. Al 14’ arriva la prima vera chance della gara, con il colpo di testa di Arnautovic che, da dentro l’area piccola, sfiora il palo della porta avversaria. Ma nonostante i felsinei sembrino più in partita degli ospiti, è il Milan a passare in vantaggio: Ibrahimovic trova una verticalizzazione illuminante per Leao, il quale defilato sulla sinistra dell’area di rigore calcia forte con il sinistro e, complice anche una deviazione di Medel, batte Skorupski. Il gol cambia l’inerzia della sfida: il Bologna sembra aver perso fiducia, mentre i rossoneri sono galvanizzati dal gol del vantaggio. Al 20’ la partita prende un’ulteriore piega in favore della formazione di Pioli, con il Bologna che resta in dieci uomini complice il rosso diretto a Soumaoro, colpevole di aver commesso un fallo da ultimo uomo su Krunic, lanciato verso la porta di Skorupski. Il contatto è leggero e il trequartista rossonero non sembrava aver il completo controllo della sfera, ma Chiffi non richiama al Var e l’espulsione diventa effettiva. Mihajlovic passa così ad un più compatto 4-3-2, con De Silvestri e Hickey bassi in linea con Medel e Theate. Il Milan fa la gara e i felsinei rispondono come possono vista l’inferiorità numerica. Nei minuti che seguono la formazione di Pioli gestisce il possesso di palla e può decidere a proprio piacimento quando e se alzare il ritmo dell’incontro. Al 35’ arriva il raddoppio dei rossoneri: Skorupski esce male su un cross dalla sinistra e sulla respinta il pallone arriva sul destro di Calabria che spedisce con una conclusione potente la sfera in rete. Virtualmente, con il doppio vantaggio e il Bologna in dieci uomini, la partita sembrerebbe già chiusa in favore degli ospiti. Il primo tempo finisce così sullo 0-2.
La ripresa si apre con il Bologna che prova a spingere con la forza della disperazione e, al 49’, i felsinei accorciano: da un corner di Barrow Ibrahimovic sfiora il pallone e spedisce il pallone dentro la sua porta. È 1-2, la gara si riapre. Il Milan non risponde e i padroni di casa ci credono, nonostante l’inferiorità numerica. Al 52’ il Bologna cavalca le ali dell’entusiasmo e trova il pari con un’azione splendida: Arnautovic libera Soriano con una giocata fenomenale e, il numero 21 con un tocco d’interno destro, permette a Barrow di presentarsi a tu per tu con Tatarusanu. Il gambiano davanti al portiere rossonero resta freddo e segna il clamoroso 2-2. La partita torna in equilibrio, merito del Bologna che ci ha creduto e che ha saputo sfruttare il momento di estremo rilassamento di un Milan entrato in campo nella ripresa con l’idea di aver già portato a casa i tre punti. Nonostante il buon momento però, un altro evento negativo arriva sulla strada dei rossoblù che, al 58’, restano in nove per l’espulsione di Soriano, autore di un intervento con il piede a martello su Ballo-Tourè. Il secondo cartellino rosso di serata proviene da Chiffi che richiama Valeri al var, il quale decide per l’espulsione per il capitano felsineo. Con la doppia inferiorità numerica Sinisa mette mano alla panchina: al 63’ fuori Hickey, Dominguez e Barrow; dentro Dijks, Schouten e Binks. Così facendo i padroni di casa passano ad un 4-3-1 molto compatto, con Medel leggermente più alto, si fa per dire, sulla linea dei centrocampisti. Nonostante l’undici contro nove però il Milan non è lucido: i rossoneri infatti sembrano non essere rientrati dagli spogliatoi e i rossoblù aiutati dalla spinta del pubblico, reggono l’urto e fino al 75’ riescono anche a tenere il pallone lontano dalla propria metà campo. Il Milan si rende pericoloso al 76’, quando Skorupski si supera deviando un colpo di testa di Giroud su cross di Bennacer. I felsinei comunque continuano a tenere in vita la gara e si rendono addirittura pericolosi pochi secondi dopo, con Arnautovic che, dopo un uno-due con Svanberg, dentro l’area di rigore calcia addosso a Tatarusanu in uscita. Nonostante un super Bologna però, i rossoneri si riportano avanti nel punteggio: Bennacer, su una respinta corta della difesa del Bologna, piazza il pallone all’angolino con un destro potente dove Skourpski non può nulla. I sogni dei padroni di casa s’infrangono così all’84. Sinisa prova la mossa della disperazione, inserendo Orsolini al posto di Medel, ma sarà ancora la formazione di Pioli ad aggiornare il tabellino, con la rete del definitivo 2-4 firmata da Ibrahimovic, con un destro preciso che s’infila all’angolino.
La partita finisce così con i tre punti raccolti dal Milan, ma solo dopo aver dovuto sudare mille camicie per battere un grandissimo e indomito Bologna. Ai ragazzi di Sinisa resta il merito di aver riaperto un match che sembrava più che chiuso, con anche il rammarico che forse in parità numerica la partita sarebbe potuta andare diversamente.