Coppa Italia, Bologna eliminato a 11 metri dalla semifinale
Il calcio è tanto bello quanto crudele e ieri il Bologna e tutti i suoi tifosi ne hanno avuto un promemoria. I rossoblu hanno terminato la propria corsa in Coppa Italia perdendo per 5-4 ai calci di rigori contro la Fiorentina in un match equilibratissimo, in cui solo i penalty hanno spezzato l’impasse, condannando i felsinei all’eliminazione ai quarti, per mano dei tanto odiati rivali dall’altro lato dell’Appennino.
La sfida del Franchi è stata una partita giocata in maniera guardinga da parte di entrambi i tecnici, che però non si risparmia dal punto di vista delle occasioni da gol. Il Bologna è più manovriero e gestisce il pallone per la maggior parte del tempo, la Fiorentina invece è più diretta e rapida nelle proprie azioni, cercando sempre la verticalizzazione rapida a caccia dello spazio alle spalle dei difensori. La sfida a distanza tra Zirkzee e Beltran è entusiasmante, i due centravanti sono il fulcro delle rispettive manovre offensive, interpretando il ruolo in modo diverso: l’olandese è l’uomo che inventa per il Bologna, mentre l’argentino è la cassaforte dei possessi viola, utile anche ad aprire il campo per i corridori che si inseriscono sulle fasce.
Sfida a distanza anche tra i portieri, entrambi protagonisti in diverse occasioni e bravi a sventare il vantaggio avversario. Christensen è protagonista di un paio di parate e uscite fondamentali su Zirkzee prima e Orsolini poi, mentre viene salvato dai propri legni in altre occasioni. Skorupski invece si dimostra solido anche nei minuti conclusivi: le due parate su Martinez Quarta al 94’ dei regolamentari e nei supplementari sono fondamentali per portare la sfida ai rigori.
I rigori, già, l’ultimo ostacolo alla fine rivelatosi fatale per il Bologna. Una sequenza filata liscia con tutte e otto le prime trasformazioni, terminate tutte con il pallone in fondo al sacco. A sbagliare il proprio penalty in casa emiliana è Posch, il quale calcia con troppa foga, vedendo il pallone impennarsi sopra la traversa. A Maxime Lopez invece il ruolo del boia, con un rigore non perfetto, ma preciso e potente abbastanza da poter superare Skorupski, bravo a intuire e ad arrivare a pochi centimetri dal miracolo del Franchi.
Se si guardano i numeri, non c’è dubbio che il finale ai rigori, fosse il giusto epilogo della sfida in terra fiorentina. Il Bologna sceglie di dettare i ritmi, giocando per la maggior parte del tempo con il pallone tra i piedi: 62% a 38% recitano le percentuali del punteggio palla, numeri figli dei 650 passaggi riusciti su 765 tentati da parte degli emiliani (85% di precisione), contro i 335 su 454 (74% di precisione) dei padroni di casa.
In attacco però i numeri si equilibrano nuovamente: a tirare di più sono i padroni di casa, con 14 tentativi, contro i 12 felsinei: uguale però il numero di tiri in porta con 5 per parte. Maggiore però è la qualità delle azioni rossoblu, con i ragazzi di Thiago Motta a combinare per 1,24 xG, contro lo 0,99 xG viola, in una sfida equilibrata sotto ogni aspetto fondamentale di gioco.
Come ha detto Thiago Motta, la sconfitta fa male, brucia ai giocatori quanto ai tifosi: i calci di rigori sono un gioco crudele e in quest’occasione ha vinto la squadra da più tempo abituata a sfide sul filo del rasoio come questa. Per i viola la prossima sarà la terza semifinale consecutiva di Coppa Italia, la quarta semifinale complessiva se si conta anche la Conference League dello scorso anno. Il Bologna ha dimostrato di avere grandissime qualità, ma di peccare di un pizzico di esperienza diretta in queste situazioni.
Non è però il caso di fasciarsi la testa. I felsinei hanno onorato la competizione fino all’ultimo, uscendo con l’onore delle armi, dopo essersi preso lo scalpo dei campioni in carica dell’Inter. La frustrazione provata ieri e oggi bisognerà canalizzarla nel campionato, così da poter continuare la marcia trionfale intrapresa nella prima parte di Serie A. Vincere è la migliore medicina, per partite sfortunate come è stata quella del Franchi.