Bologna piange due volte: Marko Arnautovic - Tommaso Corazza
Ad un vecchiotto che se ne va, c’è un giovinotto che cerca di affermarsi. Due volti totalmente differenti per ruolo, impiego, carisma, ma pur sempre con addosso i colori rossoblù. Ebbene sì: così come tutte le storie belle sono destinate a finire, anche quella di Marko Arnautovic con il Bologna è giunta ai titoli di coda. Dopo un finale di stagione burrascoso, in cui il bomber austriaco è stato a pochi passi dal vestire la maglia rossonera alla corte di Maldini, con il cambio di rotta nella dirigenza del Milan, la sua strada sembrava destinata a proseguire sotto le due torri. Da qualche settimana si sono susseguiti gli interessamenti di Mourinho prima e dell’Inter poi, con quest’ultima che pian piano è riuscita a mettere le mani sul ragazzo di Vienna. Dopo uno stravolgimento dell’attacco, in cui i nerazzurri hanno accompagnato alla porta Lukaku e Dzeko, avendo accolto il solo Thuram, hanno individuato in Arnautovic il candidato numero uno tra le tante alternative sondate. Vuoi per costo, età, esperienza o altro…la certezza è che per l’austriaco è un ritorno a distanza di 13 anni dall’ultima volta, con un sapore diverso.
Dall’Arnautovic burbanzoso a malapena vent’enne, ad un professionista più cosciente, mentalizzato e deciso nel voler salire su quell’ultimo treno della carriera, direzione Europa. Il fratello, nonché agente del ragazzo, Daniel, è stato chiaro con la società nel dover ascoltare le loro esigenze nel rispetto del patto. L’occasione della vita per Marko è arrivata, e a 34 anni è difficile per chiunque dire di no. Il suo trasferimento, come tutti i cataclismi, ha fatto scalpore e ha diviso i tifosi in due: quelli che hanno addossato le colpe alla società, e coloro che ne hanno prese le difese.
Si possono avere opinioni contrastanti, ma sulle doti di Arnautovic non si discute: giocatore sopra le righe in questo Bologna, in grado di realizzare 24 reti in 54 presenze in due campionati. Il più acclamato e amato dai tifosi, a partire dal suo arrivo in centro città quando ad accoglierlo, in quel 26 luglio del 2021, c’era un numero infinito di supporter rossoblù che invocava a gran voce il suo nome. Bologna saluta e ringrazia il suo bomber, così come è già successo, succede e succederà tante altre volte nel mondo del pallone, quando il giocatore più quotato, cerca il salto di qualità altrove. Sartori & co hanno provato ad opporre resistenza, portando avanti la trattativa, ma dinanzi a certe cifre (10 milioni totali) non c’è stato modo di trattenere il giocatore. A meno di due settimane dalla fine del mercato, e a pochi giorni dal primo turno di campionato, il Bologna si trova affaccendato nella ricerca di un nuovo centravanti, da vedere se utilizzabile come perno di riferimento o da assecondare al solo Zirkzee, che ben ha figurato in Coppa Italia.
A proposito di Coppa Italia, avete presente il giovinotto citato nella prima riga? Il suo nome è Tommaso, il cognome Corazza. Ah sì, il figlio di Daniele, per un decennio responsabile del settore giovanile, ruolo sollevatogli a inizio estate prima del passaggio al Sassuolo. Tifoso e appassionato di Bologna e del Bologna, Daniele era presente allo stadio venerdì sera. Il motivo? Semplice, nei primi 11 in maglia rossoblù c’era proprio il ragazzino classe 2004, Tommaso. Lui, che ha fatto tutte le trafile, partendo dalla scuola calcio e giungendo fino alla prima squadra, il Bologna lo ha nel cuore. Pronti, via. Appena poco più di un giro di lancette sul cronometro e il ragazzino sblocca l’incontro con un destro sotto la traversa. Meraviglioso. A far commuovere ancor di più, forse, è stata la corsa sotto la curva, con le braccia distese per prendersi tutto il calore della sua gente. Una serata indimenticabile in casa Corazza, dal padre al figlio, cui non poteva sognare un esordio migliore. Dietro quel gol e quella corsa spensierata e liberatoria, però, si celano tutti i sacrifici di un ragazzo che si è sempre distinto per impegno e dedizione.
Mai una parola fuori posto, testa al campo e massima adeguatezza ogni qualvolta è stato chiamato a dover mutare il suo posizionamento. Ala, mezzala, infine terzino sinistro, ma solo in caso di necessità sotto la gestione di Vigiani, colui che da quel ruolo, poi, non lo ha più tolto. Chilometri e chilometri macinati sulla fascia sinistra, attenzione in fase difensiva e grande propensione al gol nello scorso campionato di Primavera, hanno fatto di lui uno degli under su cui Motta ha deciso di puntare per questa fase preparatoria della stagione. Nel ritiro di Valles insieme ai vari Rosetti, Ebone, Mazia, Amey, Raimondo (ora alla Ternana), Tommaso è stato quello che più ha inciso, meritandosi un posto all’interno della rosa della Prima Squadra per la stagione 23-24. La strada è ancora lunga e il percorso da compiere ancora tanto faticoso per cui il rischio di bruciarsi è sempre dietro l’angolo, ma se chi ben comincia è a metà dell’opera…
Pietro Celeste