THIAGO MOTTA: SONO SALTATE LE MARCATURE PREVENTIVE.
Thiago Motta ha dimostrato di essere un ottimo allenatore, ma un pessimo comunicatore; oggi sta sui maroni un po’ a tutti: vediamo di riordinare gli avvenimenti.
L’ultimo in ordine di tempo è solo il più eclatante: denunciare pubblicamente un giornalista, quel giornalista, fa percepire del come, quando esce dal piano puramente calcistico, non ci stia capendo una mazza; conosce troppo poco l’ambiente Bologna, ha proprio cannato: il filosocietario Beneforti fa ridere se non piangere; il giornalista di Stadio fa tutto da solo, non ha bisogno di essere imbeccato da nessuno, caro Thiago Motta, lo conosciamo da tempo.
Un passo indietro: durante l’anno ha evitato qualsiasi spiegazione riguardo l’impiego di Arnautovic, quando bastava ricordare che l’attaccante era infortunato e quindi non disponibile; si sarebbero evitati (forse) una serie di equivoci noiosi e destabilizzanti.
Ancora: la dichiarazione di voler sapere in cosa consistesse il deficit del bilancio, cosa inaudita da un dipendente di una società quando fatta in pubblico e non nelle sedi opportune.
Di più: il non aver mai, dico mai, dichiarato di voler restare anche il prossimo anno, rimpallando poi alla dirigenza, l’obbligo di onorare un contratto biennale firmato solo otto mesi fa.
Bene ha fatto la società a tirargli le orecchie e ad averlo riportato in carreggiata, perché cercare e trovare un allenatore migliore su due piedi non è facile: certamente Motta non avrà gradito e sarà partito per le vacanze come il primo della classe che è stato sgridato davanti ai compagni; si sarà impermalosito, povero.
I matrimoni portati avanti per “fare il bene dei figli” a volte non fanno bene a nessuno, nemmeno ai figli, ma sono la cosa meno dolorosa da farsi, almeno finché i figli non sono diventati grandi.
Non ho la palla di vetro, ma credo che ne vedremo ancora delle belle: in otto mesi Motta non si è fatto mancare niente, dal record di punti a quello dell’antipatia: è riuscito nell’ impresa di essere inviso ai maigoduti diventandone poi il paladino e il contrario con i cosiddetti tifosi filosocietari, che non lo difenderanno più spada tratta: un capolavoro di diplomazia.
Dovrà fare punti, tanti punti per tenere a bada stampa e opinione pubblica, ormai tutti più o meno indispettiti dalle sue prese di posizione.
Al sottoscritto invece interessa maggiormente la proposta calcistica e su quella poco da eccepire; il suo calcio mi piace ed è quanto di più vicino alle mie idee: se imparasse anche a tacere sarebbe perfetto.
Ma la perfezione non è di questo mondo.
Tosco