Vittoria: La Fortitudo batte Rimini 84-77
VITTORIA
Una serata che sembrava facile, poi divenuta difficile, poi rimessa facile e infine vinta. In modo sporco, non brillante, facendo scelte discutibili ma riuscendo a centrare l’obiettivo prefissato: vincere!
La Fortitudo sconfigge una Rimini tosta e spavalda, trascinata inizialmente da un Marks in versione MVP di serata e in fiducia dopo un avvio dove il canestro sembrava una vasca da bagno.
Per l’Aquila vittoria di una pesantezza gigantesca, in una partita dove c’era tutto da perdere e poco da guadagnare se non il primato in classifica che puntualmente è stato difeso.
LA PARTITA
Inizio scoppiettante al Paladozza dove entrambe le squadre hanno voglia di correre, attaccare e non badare troppo alla difesa. Il primo break è di marca biancoblu (15-2) e il primo allungo della partita è siglato da una grande giocata di Panni (canestro più fallo) che significa un bel 28-17 e +11 a fine primo quarto.
Con una Rimini però viva e dentro la partita, con Marks che continua a segnare da tutte le parti e con una Fortitudo che non può minimamente staccare il piede dal pedale del gas per rimanere in vantaggio. Il secondo quarto è una montagna russa, canestri veloci e punti facili.
Alla sirena lunga è 50-45 per i padroni di casa.
La squadra di Attilio Caja non esce dagli spogliatoi mentre la Rimini di Dell’Agnello ha benzina nel motore ha canestri importanti da realizzare, così che in un amen una gara controllata diventa una sfida complicatissima. Il fallo tecnico ad Aradori nel terzo quarto sembra l’avvisaglia della tempesta, come il primo tuono prima di un temporale. La panchina è un fattore negativo per i biancoblu che soffrono con le rotazioni (più lunghe rispetto la trasferta di Chiusi) e i neo-entrati non danno spinta alla barca. La effe sta a galla, resiste e chiude 65-61 quando il cronometro dice 30′.
Un quarto periodo che vede addirittua gli ospiti avanti a 5 minutini dalla fine con un bel +4 poco gestibile e il ritorno dei titolari permette alla Fortitudo di brekkare nuovamente, come all’inizio, e di indirizzare la partita verso Bologna.
A sancire la vittoria effe la rubata di Ogden e il canestro in campo aperto con il tripudio del Paladozza raccolto in cinquemila tifosi.
Vittoria 84-77, tra patemi e sofferenze, tra perse e rubate, tra giocate spettacolari e errori macroscopici.
La Fortitudo batte una tosta Rimini, mantiene la testa e si prepara al super derby di domenica contro Forlì dove all’Unieuro ci sarà da gettare il cuore oltre l’ostacolo per ritrovare insperate forze e chissà quali energie.
Michel Cavina