
Chi è il dentista delle due?
Le condizioni climatiche non fermano e né tantomeno spaventano i tifosi accorsi in massa al Gewiss Stadium di Bergamo. Stando a quanto riportato al botteghino, oggi è previsto il tutto esaurito (stesso discorso vale per l’Inter, ospite sabato prossimo al Dall’Ara). Ci si aspetta una vera e propria bolgia per una partita che da queste parti mai come ora assume una valenza così decisiva. Il Bologna continua a guardare il proprio orticello; presto per parlare di Europa, mercato e via discorrendo. Dodici giornate al termine di un campionato fin qui spettacolare per i ragazzi di Motta, non certamente intenzionati a smettere proprio ora di credere in un sogno, divenuto realtà da un paio di settimane.
Accantonato febbraio, in cui i rossoblù hanno fatto filotto (5 su 5), l’ingresso nel terzo mese annuale prevede la gara più complicata della stagione: l’Atalanta, a Bergamo. “Giocare contro l’Atalanta è come andare dal dentista”, recitava un certo Pep Guardiola il giorno seguente la trasferta di Champions League con il suo Manchester City. All’ora la Dea impattò sul punteggio di 1 a 1 a coloro che a distanza di tre anni l’avrebbero poi alzata quella tanto ambita Coppa dalle grandi orecchie. Se “giocare contro l’Atalanta è come andare dal dentista”, giocare contro questo Bologna sarebbe come…? Scherzi a parte, il Bologna non solo diverte e ci fa divertire, ma sono gli stessi giocatori che scendono in campo i primi a piacersi. Questo è ciò che conta maggiormente.
Sotto i riflettori, a differenza di inizio stagione, vediamo sempre di più volti nuovi, a rotazione; l’obiettivo primordiale resta però il gruppo, senza il quale non si va da nessuna parte. La sua importanza viene rimarcata dopo ogni partita dal tecnico italo-brasiliano, il quale ha tenuto a dire: “questo Bologna non è per tutti”. Motta riabbraccia Gasperini, avendolo avuto con sé nell’esperienza a Genoa quando ancora non aveva intrapreso la carriera da allenatore. I precedenti da quando Motta siede sulla panchina rossoblù sono di due a uno in favore di quest’ultimo: sconfitta in casa la passata stagione prima del successo esterno per due a zero nella gara di ritorno, proprio al Gewiss Stadium.
Nel campionato in corso, il Bologna riuscì a strappare con fatica i tre punti in quella che divenne la settimana perfetta. Vittorie con Roma e Atalanta in campionato, intervallate dal raggiungimento ai quarti di finale in Coppa Italia dopo centoventi minuti di ardore contro l’Inter: tutto nel giro di sette meravigliosi giorni. Sette giorni vissuti in maniera totalmente diversa, invece, per i ragazzi del Gasp, che potrebbero rifarsi la bocca questo pomeriggio dopo il solo punto in due partite (entrambe a San Siro). L’ultima in particolare, in cui oltre alla debacle subita dai nerazzurri di Milano, la società ha fatto alzare un polverone in merito alle decisioni arbitrali prese durante la gara.
A Motta – che già c’è passato, e si sarebbe imposto di non tornarci più sopra – ha ribadito come a lui non interessi; nella sua testa ha solo l’Atalanta. Nemmeno Gasperini gli preoccupa: “Non è una sfida contro di lui, ma trattasi di Bologna e Atalanta”. Eccole qua, Bologna e Atalanta, due squadre entrate a far parte della élite del calcio italiano, seppur distinte da esso per un’interpretazione di gioco più affine a quello moderno di stampo europeo. Ma se la Dea è da anni oramai che ci convive, guarda caso da quando Gasperini siede sulla panchina; il Bologna ha appena aperto il suo di ciclo. Da squadra rivelazione a vera e propria conferma, basti pensare al modo in qualsiasi avversaria si atteggia quando si trova dinanzi i rossoblù. Lavoro, lavoro e ancora lavoro, questa la mentalità impressa nella testa dei ragazzi di Motta, il cui ostacolo maggiore parrebbe solo quello di potersi specchiare prima del previsto.
Tutti presenti, nessuno escluso – tranne il solito Adama Soumaoro, ancora ai box. Nell’ultima sfida il tanto acclamato Karlsson lo si è perfino visto per un breve spezzone, sintomo di come stia bene e chissà che non si palesi anche nella gara di quest’oggi. Siparietto simpatico nella conferenza dell’antivigilia: la Nazionale olandese aveva appena diramato la lista dei preconvocati in vista delle amichevoli per Euro2024 e per la prima volta Joshua Zirkzee figurava tra essi; non appena a Motta gli è stata chiesta un’opinione, lui – completamente all’oscuro – si è limitato ad un sorriso, celante mille parole. Joshua, però, non è il solo: notizia di questa mattina la chiamata del cittì Luciano Spalletti per Riccardo Calafiori, alla sua prima convocazione (come per Zirkzee) con i grandi.