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Come ebbi a scrivere dopo la partita contro il Milan, il Bologna di quest’anno, si trova maggiormente a proprio agio contro squadre un po’ pigre e che pensano di poter fare la partita quando credono: è successo anche contro la Lazio e la Roma durante il girone di andata.
I rossoblu quando trovano porzioni di campo libere, meno intasate nella prima costruzione, riescono a far (ri)partire meglio la manovra, utilizzando un palleggio controllato e salendo di squadra, così da attivare le marcature preventive per rallentare, nel caso, le ripartenze avversarie.
Diverso il discorso quando invece il Bologna incontra squadre che vengono a pressare alte come Torino o Atalanta, Fiorentina o Verona e contro le quali i rossoblu non solo hanno faticato a far punti ma hanno tremendamente faticato proprio a giocare.
Abbassandosi per difendere a zona con una linea a cinque, il recupero palla è spesso parecchi metri sotto la linea mediana e la porzione di campo da risalire diventa spesso lunga, per cui i giocatori rossoblu devono sempre aggrapparsi al palleggio se non vogliono buttare via il pallone e lasciare l’inerzia del gioco agli avversari, alzando il livello degli errori stante le distanze da colmare.
Altre squadre che difendono in maniera similare ai rossoblu, come ad esempio l’Udinese, nostro prossimo avversario, oppure la Roma o il Cagliari, pur difendendo mediamente basse come il Bologna, hanno una fase transitiva più celere, appoggiandosi ad attaccanti con caratteristiche diverse dai nostri: questioni di scelte, naturalmente.
Resta da chiedersi se questo modo di interpretare le partite sia da considerarsi virtuoso: due partite vinte nelle tredici del girone di ritorno (11 punti in 13 gare), tre nelle ultime diciassette, dovrebbero far riflettere in maniera più profonda, senza farsi condizionare da un paio di prestazioni onorevoli dentro ad un campionato mediocre come pochi, sia in termini di punti che di qualità del gioco; a mio avviso servono profonde riflessioni a tutto tondo per il futuro e farle ora, dopo alcuni risultati positivi a salvezza raggiunta, senza le scorie della delusione può essere il momento giusto: tante componenti, dirigenziali e tecniche sono arrivate a fine ciclo e di ciò non si può non tenerne conto.
Tornando alla gara, la qualità del palleggio è diventata quindi determinante e in queste ultime partite, contro compagini meno aggressive, si sono viste giocate dentro a porzioni di campo più larghe, ben sfruttate in ampiezza e in profondità: il gol di Arnautovic viene costruito dopo una serie di passaggi e imbucata centrale di Soriano, il tutto con un buon livello tecnico; anche prima del vantaggio si erano viste buone trame di gioco.
Non a caso i rossoblu fino alla parità numerica avevano fraseggiato con ottime percentuali di precisione nel palleggio e con un possesso palla che in certi momenti della gara è stato superiore al 60%, numeri che le squadre di Allegri concedono spesso, bisogna poi avere le qualità così da poterne approfittare: Schouten, Soriano e Svanberg hanno svolto benissimo questo compito in mediana.
Poi, il solito episodio sospetto che rende maledette tutte le partite contro la Juve e sul quale non vorrei aggiungere niente di quanto già sentito, avendo abbondantemente dato.
Tosco
Foto: Getty Inages