
Facebook
Twitter
LinkedIn
Il Tosco l’ha vista così: SPORTING LISBONA - BOLOGNA 1-1
La squadra di cui andare fieri è servita: cazzuta, concentrata, a volte persino spavalda, capace di metter sotto per lunghi tratti un top club europeo con tante motivazioni per il passaggio del turno.
Sin dai primi minuti i ragazzi di Italiano hanno interpretato col piglio della grande la partita andando uomo su uomo sulla costruzione dei padroni di casa, inaridendo la fonte della loro manovra: vedere Hjulamnd così tanto in difficoltà da la misura della interpretazione della gara voluta da Italiano.
Col passare dei minuti il Bologna ha addirittura fatto meglio trovando il vantaggio e rischiando più volte il raddoppio; nulla è servito l’intervallo perché anche nella ripresa lo Sporting ha fatto molta fatica a trovare linee di gioco: hanno preso campo solo nel finale grazie ad un calo fisiologico dei rossoblu costretti a cambi non proprio mirati (Lyko a destra ha un po’ faticato a contenere gli affondi di Araujo e non solo) e al venire meno di una sostituzione in mezzo visto l’infortunio iniziale di Ferguson.
Il pareggio finale premia fin troppo i lusitani che se la sono vista brutta per un bel po’.
La partita di ieri sera ha messo in mostra alcuni degli acquisti di un “mercato da 5” (cit.) in gran spolvero come ad esempio Miranda, sempre ordinato, puntuale nella risalita del campo e preciso nel palleggio; ad esempio Holm, debordante, a tratti persino sfacciato; ad esempio Pobega, dominante in tutte le zone del campo, migliore in campo per distacco; persino Illing (che senza l’infortunio di Cambiaghi non sarebbe mai stato acquistato) ha dato segnali di risveglio, pensate un po’…
Immagino che il divanato sempre critico e incontinente, avrà da ridire sulla prestazione di Casale (dovrà pur attaccarsi a qualcosa sennò come si spiegano mesi di rompiture di coglioni h24?): l’ex Lazio in realtà si è disimpegnato bene nell’arco dei novanta minuti e sul gol subìto il suo è solo l’ultimo errore in una azione in cui tutta la squadra ha mal interpretato la fase difensiva: si comincia con una mancata chiusura a centrocampo di Ndoye, un mancato assorbimento dell’avversario che si smarca in profondità (Fabbian o Moro?), il pallone fatto sfilare e quindi non intercettato sulla traiettoria del cross da Erlic e a quel punto, controllare in area piccola un torello come Harder non era la cosa più semplice del mondo per Casale.
Ma ripeto: coloro che hanno criticato il mercato devono pure attaccarsi a qualcosa per sostenere la loro tristissima tesi: la realtà dice che il Bologna è in corsa per l’Europa in campionato e ha fatto una Champions League più che dignitosa, nonostante il “mercato da 5” (ricit.).
Tosco